Da ormai undici anni, nel quartiere de La Plaine a Marsiglia, Lo Cor de La Plana ha reinventato la vocalità meridionale, mescolandola alle sonorità arcaiche di un Mediterraneo violento e crudo. Le percussioni e la voce sono la coppia emblematica di questo rituale rudimentale e minimale accompagnato da elementi essenziali che il corpo può ancora far battere: le mani, i piedi o la pelle.
Manu Théron ha riunito attorno a questo progetto quattro cantanti- percussionisti: Benjamin Novarino-Giana, Sébastien Spessa, Denis Sampieri e Rodin Kaufmann.
Al di là delle referenze musicali locali (anche quando il retaggio marsigliese serve da sostegno e la lingua occitana da punto di vista), l’universo musicale che si costruisce ne Lo Còr de la Plana esalta tutte le influenze, da Pierre Schaeffer ai Ramones, da Bartok ai Velvet Underground.
Poiché per loro non si tratta di interrogare la memoria attraverso ciò che la immobilizza, ma nelle sue turbolenze, nelle oscenità Dionisiache che può risvegliare, anche nei suoi fallimenti e nel rischio di morte che si annida in ognuno dei suoi eccessi, questa memoria incandescente è il materiale di lavoro del gruppo a partire dalla sua formazione, e se riesce a renderla universale e particolare contemporaneamente e a condividerla con un vasto pubblico è grazie al fatto che dentro Lo Còr, come indica il loro nome occitano, batte prima di tutto il cuore.
Dopo aver suonato nei più importanti festival di world music del mondo ad aprile 2012 Lo Còr de la Plana ha pubblicato il nuovo e straordinario disco di inediti “Marcha”.
www.musicalista.it